Il doppio volto del Natale, tradizione o sopravvivenza?

Il doppio volto del Natale, tradizione o sopravvivenza?

Il Natale è alle porte.

È il periodo dell’anno in cui la città si illumina, le strade si riempiono di decorazioni e le persone sembrano impegnate a rincorrere un’idea di felicità. Per molti, questa è davvero un’occasione di gioia: il calore della famiglia, i regali, le cene insieme. Ma per altri, il Natale può trasformarsi in un momento carico di aspettative, tensioni e ricordi dolorosi.

Gli incontri tra famiglie, per continuare le tradizioni delle festività, possono essere un terreno fertile per i conflitti interiori. Da un lato, rappresentano continuità e identità; dall’altro, possono farci sentire intrappolati in schemi che non ci appartengono più.

Insomma le tradizioni non sempre sono un collante condiviso!

Potresti trovarti a pensare: “Perché devo partecipare se questa occasione non mi rende felice?

Perché sento questa pressione in queste situazioni di condivisione?

Non è raro sentirti in bilico tra il desiderio di rispettare le aspettative familiari e la necessità di affermare chi sei oggi. Questa dicotomia può creare un senso di colpa: se non partecipi, ti senti “fuori posto”; se partecipi, senti di tradire te stessa/o.

Anche se le tue scelte di vita ti hanno portato ad allontanarti dalla tua città natale, per costruirti un percorso diverso, tornare a casa per le festività può significare rientrare in un ambiente che non senti più tuo, con dinamiche familiari  rimaste immobili nel tempo. La stessa zia che si lamenta, lo stesso cugino che fa battute pungenti, i soliti discorsi che finiscono in discussioni.

Quale realtà si nasconde dietro il Natale “perfetto”?

Immagina questa scena: sei seduta/o tavola con tutta la famiglia. Qualcuno chiede: “Quando ti laurei?” Oppure: “Ancora nessun fidanzata/o? Sai, alla tua età io avevo già due figli.”

La tensione inizia a crescere. Ti senti giudicata/o, sotto esame, come se i tuoi progressi e progetti di vita fossero parte di un curriculum da sottoporre a tutti. Cerchi di sorridere, di rispondere con educazione, ma dentro di te c’è un’inquietudine che ti agita.

Allora ti domandi: perché sta succedendo tutto questo?

Le dinamiche familiari sono un universo complesso, fatto di legami, aspettative e storie che spesso si intrecciano in modo conflittuale. La famiglia può essere il tuo primo rifugio, il luogo dove ti senti accolta/o e compresa/o. Ma al tempo stesso può rappresentare una fonte di tensione, un ambiente in cui i ruoli che hai interpretato per anni ti sembrano troppo stretti o addirittura soffocanti.

Le festività natalizie amplificano tutto questo.

Ci si riunisce fisicamente ed emotivamente, riportandoci in contatto con quelle parti di noi che magari abbiamo cercato di accantonare o di superare.

Durante le feste, i confini che abbiamo costruito durante l’anno per proteggerci sembrano sgretolarsi, e ciò che c’è di irrisolto può emergere in maniera irruente. In altri termini, i vissuti infantili prendono il sopravvento, lasciandoti nuovamente spiazzata/o!

Hai mai pensato al peso (invisibile) delle aspettative familiari?

In ogni famiglia esistono aspettative, anche se non sempre esplicitate. I genitori, ad esempio, potrebbero desiderare che tu mostri entusiasmo o che porti avanti le tradizioni come simbolo di continuità. Potrebbero aspettarsi che tu sia sereno/a, felice e “realizzato/a”. Ma cosa accade quando queste aspettative si scontrano con la realtà?

Magari stai attraversando un periodo difficile: una relazione finita, difficoltà lavorative, un periodo di solitudine, una scelta importante da prendere…

Eppure, durante il Natale, sembra che ci sia poco spazio per mostrare vulnerabilità.

Questo contrasto tra ciò che senti dentro e ciò che gli altri si aspettano da te può far emergere un forte senso di inadeguatezza.

Ed ecco che riemergono vecchie ferite ed il Natale, con il suo carico emotivo e simbolico rimette il/la “bambina/o” che sei stata/o al posto dell’adulto che sei diventata/o, riportando a galla i ricordi. Potrebbero riaffiorare conflitti mai risolti, momenti di tensione vissuti in passato o addirittura vecchie dinamiche che credevi superate.

Ad esempio, potresti ritrovarti a rivivere il ruolo che avevi da piccolina/o o adolescente, il “figlio modello”, della “ribelle”, dell’“accudente”, della “pecora nera”…

Anche se la tua vita è andata avanti, la famiglia a volte ti riporta in una versione passata di te stessa/o, risvegliando emozioni intense come rabbia, frustrazione e senso di colpa.

A questo si aggiunge il peso delle perdite: una sedia vuota a tavola può riaccendere la malinconia per chi non c’è più, rendendo ancora più difficile vivere il Natale con leggerezza.

Ecco poi che le festività natalizie vengono vissute come una forzatura, perché mentre tutto intorno parla di amore e vicinanza, tu senti un vuoto, una malinconia che non riesci a spiegare.

La pressione di “essere felice a tutti i costi” rende tutto più pesante.

Come affrontare tutto questo?

La buona notizia è che, anche di fronte a situazioni complesse, esistono modi per vivere le feste in modo più sereno. Le dinamiche familiari difficili e le emozioni che ne derivano non devono necessariamente sopraffarti. Puoi imparare a gestirle con consapevolezza, trasformando il Natale in un’esperienza più equilibrata e meno stressante.

Immagina questa scena: sei a tavola e qualcuno se ne esce con la classica domanda invasiva: “Quando ti sistemi?” Oppure: “A che punto sei con il lavoro?” La tentazione di rispondere in modo brusco o difensivo può essere forte, ma questo rischia di alimentare la tensione.

Invece, prova a rispondere con semplicità, senza giustificarti: “Ci sto lavorando” oppure “Vedremo cosa porterà il futuro”. A volte basta cambiare argomento con naturalezza per disinnescare la pressione. Ricorda: non sei obbligato/a a rispondere a tutto o a soddisfare le aspettative degli altri.

Insomma: non rispondere al fuoco con il fuoco!

Un modo molto funzionale in queste circostanze, è senza ombra di dubbio osservare senza reagire.

Durante le feste, le vecchie dinamiche familiari tendono a riemergere, come un copione già scritto. Magari ti accorgi che la stessa discussione si ripete ogni anno, con le stesse battute o i soliti fraintendimenti. Quando senti che il clima si sta facendo teso, fermati un attimo.

Prova a osservare la situazione dall’esterno, come se fossi uno spettatore a teatro. Quali emozioni ti stanno attraversando? Forse rabbia, senso di colpa o frustrazione. Riconosci questi sentimenti, ma evita di agire d’impulso. Questo non significa ignorarli, piuttosto rispondere con consapevolezza, scegliendo di non cadere nella trappola delle solite discussioni.

Un suggerimento importante e funzionale è quello di stabilire confini emotivi.

Lo dico da sempre! I confini non riguardano l’egoismo, ma l’amor proprio. Sono dei veri e propri strumenti di protezione. Se sai che certi argomenti o comportamenti ti fanno stare male, ad esempio discussioni politiche, paragoni tra fratelli, commenti sul tuo aspetto, va bene decidere di non affrontarli.

Puoi prepararti mentalmente prima di tornare in famiglia, riflettendo su ciò che sei disposto/a a tollerare e cosa, invece, vorresti non menzionare. Un vero e proprio training attraverso cui imparare a mandare messaggi quali “preferirei non parlarne” oppure “questo non è il contesto giusto” o ancora “visto che sono giornate di festa, godiamoci il momento e di questa cosa ne parleremo in un altro momento”. Infine c’è sempre il jolly da giocare: cambiare stanza quando la tensione diventa troppo alta, un vero atto di cura verso te stessa/o.

Non c’è bisogno che il Natale sia perfetto per essere significativo.

Concentrati su ciò che ti fa stare bene, come in qualsiasi momento dell’anno, nel tuo quotidiano!

Cerca di focalizzarti su quei momenti che ti danno serenità e piacere. Potrebbe essere una passeggiata sotto le luci natalizie, un film che ti piace, una chiacchierata tranquilla con una persona dalla compagnia piacevole, una gita fuori porta da organizzare.

Concediti il permesso di creare le tue tradizioni, piccole abitudini che ti fanno sentire a tuo agio. Ad esempio, leggere un libro accanto all’albero di Natale o ascoltare la tua musica preferita possono diventare gesti di Self-care, anche nel mezzo del caos familiare.

Affrontare le feste con serenità significa accettare che non tutto sarà perfetto, ma che hai il potere di scegliere come reagire e dove investire le tue energie psicofisiche.

Con piccoli accorgimenti, puoi trasformare il Natale in un periodo più autentico e meno stressante.

Un Natale a misura tua! 💫

🌟 Dottoressa Concetta Di Benedetto 🌟

Psicologa Psicoterapeuta

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