Io sono come mi voglio?
(Cit. Una pz)
In una seduta terapeutica, una mia paziente si è chiesta più volte: io sono come mi voglio?
E perché c’è il bisogno talvolta di mettere la “maschera”?
A quanti di noi è capitato di indossare la maschera almeno una volta nella vita?
Indossiamo una maschera per svariati motivi, per sentirci più accettati, ricevere attenzioni e affetto, per coprire le nostre vulnerabilità, per non sentirci completamente nudi e scoperti, per essere più desiderabili, a volte per sembrare ciò che non siamo.
Insomma una sorta di scudo che serve per proteggere quelle fragilità che fatichiamo ad accogliere, perché minacciose, nell’illusione di sentirci più sicur*.
La maschera quindi ha una funziona adattiva, sostituendosi al vero volto, a tal punto da non ricordare più come sia fatto, soprattutto quando non siamo consapevoli e non possiamo sceglierla!
Quindi ciò che all’inizio ci protegge in seguito ci fa perdere la nostra autenticità, costringendoci a non essere mai (o completamente) noi stessi.
“Ciascuno si racconcia la maschera come può, la maschera esteriore. Perché dentro poi c’è l’altra, che spesso non s’accorda con quella di fuori. E niente è vero!” (Pirandello)